Mostra "Surrealismi Digitali" @ Miramonti Majestic Grand Hotel Cortina

Surrealismi Digitali è il titolo della nuova mostra di Luigi Minguzzi, attualmente in allestimento, e che sarà visitabile dal 22 Dicembre 2017 al 18 Marzo 2018 presso la splendida cornice del Miramonti Majestic Grand Hotel***** Cortina.

Per l'occasione, Art Style Magazine presenta Luigi Minguzzi attraverso le parole del giornalista, critico e curatore Alain Chivilò:

"SURREALISMI DIGITALI

Il costante progresso tecnologico consente all’umanità una maggiore interazione e condivisione. Nel bene oppure nel male, il flusso informativo caratterizzato da infinite determinazioni coinvolge sempre di più gli utenti in piattaforme diverse. In tale modo, la connessione che s’instaura permette agli utilizzatori una maggiore partecipazione dalle valenze attive o passive.
Nell’arte tali innovazioni trovano nel genere optical, nato negli anni ’60, maggiore applicazione soprattutto nell’ultima decade, fornendo visibilità a un movimento artistico relegato dagli eventi passati in secondo piano.
L’artista Luigi Minguzzi, ufficialmente dal 1975, ha posto nella propria personale ricerca lo studio di rappresentazioni cinetiche al fine di aprire nello spettatore maggiori connessioni neurali. Attraverso questo iter, il mae-stro ravennate ha sempre cercato elaborazioni artistiche che ponessero la sensazione del movimento focus caratterizzante. Negli ultimi anni con l’avvento di nuove tecnologie sia software, sia hardware ha spaziato su un territorio pressoché inesplorato, ottenendo nuovi spunti creativi.
Infatti alla dote creativa ha unito il supporto della grafica 3D in opere digitali, realizzando simultaneamente una fusione tra elementi all’interno di una composizione artistica fatta di incroci concettuali per una realizzazione “surrealista digitale”. L’artista partendo dalla sua originalità apre un proprio iter autonomo senza perdere le sue peculiarità: nei suoi lavori, lungo un ambiente dal respiro optical, si apprezzano contaminazioni e interferenze digitali atte a costruire atmosfere irripetibili e futuribili ammiccanti al sur-reale, in quanto generatrici di collegamenti che superano la dimensione reale sensibile. Tutto ruota in un rapporto tra definito/indefinito all’interno del quale la realtà, cui lo spettatore si trova innanzi, viene alimentata lungo
possibili universi geometrici che vivono autoalimentandosi in piani diversi. Si genera così un movimento compositivo che attrae lo spettatore amplificando la connettività.
Una realtà virtuale che sinergicamente ci porta in una matrice rappresen- tante una sorta di cyberspazio o realtà simulata che l’artista stesso idea.
Una situazione che si lega anche alla trilogia di celluloide “Matrix” con la differenza che non si tratta di un “ mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità”, citando una conversazione del film, bensì apre a un futuro universale. L’arte di Minguzzi è fatta dunque da contaminazioni che generano infinite interazioni. Proprio da questo concetto, la sua produzione fotografica dialoga con il digitale e l’optical unendo fattori tangibili e intangibili. La personalizzazione, altra interessante esplorazione del maestro, attraverso il ritratto fotografico determina nuove neurali simulazioni, fornendo scenari contemporaneamente sinergici e simbiotici alla figura ritratta. L’artista ricostruisce mentalmente personalità e mondi attigui inventando così contemporanei caleidoscopi all’interno d’istanti in divenire, sempre però elaborati lungo situazioni cinetiche, gravitazionali, orbitali e siderali. Questa fase creativa cerca di coinvolgere lo spettatore in momenti da condividere maggiormente, per entrare contemporaneamente nell’energia degli stessi.
In sintesi Luigi Minguzzi crea nei suoi lavori, attraverso un approccio 3D, spunti di riflessione molto ampi, allontanandosi da una possibile e imminente omologazione di cliché che l’arte digitale potrebbe intraprendere. Il maestro crea ambientazioni oniriche e futuribili in un continuum temporale che dal passato tende al futuro.

Alain Chivilò"